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Nasce datagov.it

Nasce oggi datagov.it un’iniziativa mirata a sostenere la difffusione della cultura e delle pratiche dell’open government in Italia. Nasce, come gran parte delle iniziative innovative, dal basso, da un gruppo di cittadini, riuniti nell’Associazione Italiana per l’Open Government, “impegnati quotidianamente, con diverse modalità e professionalità, a promuovere l’innovazione all’interno del Paese e in particolar modo della Pubblica Amministrazione in tutte le sue dimensioni centrali e territoriali.”

La prima iniziativa con la quale l’Associazione si presenta è la realizzazione del Manifesto per l’Open Government quale strumento di stimolo per la diffusione, in Italia,  di una cultura della partecipazione.

Qui   la versione completa del Manifesto:

Cosa si intende per gov 2.0

Breve ma efficace presentazione dei principi del gov 2.0 da parte della Sunlight Foundation.

Amministrare 2.0: il Manifesto

Un’amministrazione 2.0 è un’amministrazione che si mette dalla parte dei cittadini e che con i cittadini stabilisce una relazione bidirezionale, perché è consapevole che nessuno meglio di loro può valutare servizi e progetti, segnalare eventuali criticità, manifestare esigenze e bisogni e fare proposte per soddisfarli. Ma c’è di più: è un’amministrazione che sceglie di improntare tutti i suoi processi, anche quelli interni, sui principi della condivisione e della collaborazione, di sfruttare l’intelligenza collettiva coinvolgendo le risorse a sua disposizione per migliorare la gestione interna e l’efficienza dei servizi offerti. E, infine, è un’amministrazione che sceglie di fare tutto questo sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dagli strumenti del web 2.0 e mettendoli al servizio di un nuovo approccio nei rapporti con il cittadino.

E’ questa la premessa che presenta il Manifesto Amministrare 2.0, un documento in progress che diversi attori o network quali FORUMPA, Formez, il Comune di Venezia, il Club di Amministrare 2.0, Artea Studio e Innovatori PA stanno promuovendo con lo scopo di proporre una visione condivisa per favorire la modernizzazione della PA digitale.

A fronte di una situazione di stallo del processo di telematizzazione della PA, si legge nel documento, ci sono però degli enti locali che hanno continuato a sperimentare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie al fine di migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini e favorire la loro partecipazione alla gestione della cosa pubblica. Sono le amministrazioni locali che hanno promosso una telematica pubblica di secondo livello improntata su una logica relazionale e partecipativa, che hanno approfondito e applicato gli strumenti del Web 2.0, che hanno rimesso i cittadini al centro del processo di sviluppo della PA digitale. Sono un numero ridotto gli enti che si sono avventurati in questa direzione ma rappresentano una minoranza le cui esperienze possono rappresentare uno stimolo per riavviare l’intero settore. Queste amministrazioni hanno spesso implementato anche strumenti di partecipazione e di collaborazione interattivi all’interno delle stesse organizzazioni, permettendo così la diffusione e l’arricchimento dei saperi già presenti nelle risorse umane impiegate, ma che in molti casi restano inespressi.

Da qui nasce l’idea di un’iniziativa, il Manifesto Amministrare 2.0, in grado di valorizzare l’esperienze già realizzate arrichendole dei contributi di coloro che a diverso titolo sono interessati alla diffusione di una moderna PA digitale. Il processo di elaborazione del Manifesto ha già registrato momenti importanti di lavoro e di condivisione di idee e proposte: lo scorso 6 febbraio a Venezia nel corso della prima riunione con alcune amministrazioni locali (Venezia, Monza, Parma, Reggio Emilia, Trieste e Udine) è scaturito un programma di lavoro che poi è stato ripreso e approfondito nell’ambito di un incontro organizzato all’interno dell’ultimo FORUM PA e a cui hanno partecipato circa 70 persone tra esperti, amministratori pubblici e aziende. Sia gli incontri sia la collaborazione on line sono gestiti seguendo una metodologia per favorire la più ampia partecipazione nell’elaborazione del Manifesto.

Il prossimo appuntamento di lavoro di elaborazione del Manifesto è il VeneziaCamp2009 che si terrà nei giorni 23, 24 e 25 ottobre dove è stata prevista un’apposita sezione dedicata alla presentazione e all’elaborazione del Manifesto mentre per coloro che non potranno venire il wiki sarà lo spazio di riferimento per aggiornarsi . Per partecipare all’evento è necessaria la registrazione gratutita.

Per riprendere i ragionamenti su Amministrare 2.0 e la cittadinanza digitale

La migliore occasione è il prossimo Barcamp organizzato a Venezia per il 23-24-25 ottobre. Tre giorni densi di appuntamenti e di incontri  e momento ideale per riprendere i ragionamenti avviati all’ultimo FORUM PA.

A Venezia, infatti, porteremo il documento di sintesi (verso il Manifesto?) elaborato proprio a seguito degli incontri di Maggio così da arricchirlo con nuove idee e contributi in una logica di lavoro sempre in progress.

Saperi su Affari e finanza

Su affari e finanza di oggi un bel articolo su SaperiPA che vi avevo presentato in un precedente post.

Arriva SaperiPA

Si può innovare parlando di Pubblica Amministrazione? E’ quello che abbiamo cercato di fare introducendo SaperiPA.

Questo il mio articolo di presentazione:

Lo abbiamo scritto oramai in diverse occasioni, soprattutto in questi ultimi mesi di preparazione della nuova edizione di Forum PA: la nostra ambizione è far si che Forum PA diventi sempre di più, tramite le sue iniziative, soggetto abilitante delle diverse energie vitali di questo paese creando momenti, luoghi e strumenti di condensazione di flussi di idee, di persone e di processi innovativi.

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InnovAction

Vi segnalo questo evento che si terrà ad Udine dal 14 al 17 febbraio, ricco di appuntamenti e di testimonianze sul tema dell’innovazione.

Da Milano a Firenze

Appena conclusa la 44° edizione dello Smau alla fiera di Milano il tema dell’innovazione viene ripreso, da un’altra prospettiva, al Festival della Creatività di Firenze. L’approccio tecnologico dello SMAU focalizzato alle soluzioni tecniche per supportare la diffusione dell’innovazione all’interno delle imprese e delle pubbliche amministrazioni e quello orientato a valorizzare il capitale umano del Festival di Firenze.

Due assett, tecnologia e talento, che non eccellono ma che che sono consistenti nel nostro paese. E allora da dove scaturisce il deficit di innovazione dell’Italia? Dalla mancanza forse, accanto a Tecnologia e Talento, della terza T indicata da Richard Florida indispensabile per produrre idee, conoscenze e innovazione? La T della tolleranza?

Oligarchie e moltitudine

Di “Concentrazioni e flussi di potere nelle reti telematiche” si è parlato oggi al Censis a partire da un testo di ricerca elaborato nell’ambito dell’iniziativa estiva del Censis (Un mese di sociale) per discutere e approfondire i temi della società italiana. Sono intervenuti il Presidente del Censis Giuseppe De Rita, il direttore generale Giuseppe Roma, e Gianni Dominici responsabile del Settore Innovazione del Censis.

Nell’ambito delle reti telematiche e mediatiche vi è stata nel nostro paese una considerevole moltiplicazione di soggetti negli ultimi anni:

– nella diffusione delle reti civiche, nel 1996 i comuni capoluogo on line erano il 30% del totale, nel 1999 il 63% e nel 2002 la telematica è stata adottata dal 100% dei comuni capoluogo, e oggi anche dall’86% dei comuni non capoluogo;

– nello sviluppo di soluzioni open source, già nel 2002 la comunità italiana era, per numerosità, la quarta a livello mondiale subito dopo la Francia, la Germania e gli Stati Uniti;

– nella diffusione dei blog, dall’ultima indagine Technorati sull’universo dei blog (aprile 2007) viene confermato che l’italiano è la quarta lingua parlata a livello mondiale nei blog, ben lontana dopo il giapponese, l’inglese e il cinese ma decisamente più diffusa dello spagnolo, del russo, del francese e del tedesco.

Perché se l’Italia è forte di tante soggettualità tecnologiche e innovative i risultati in termini di sistema, di Paese, sono così modesti?

La percentuale di mercato per la banda larga detenuta da aziende monopoliste o ex monopoliste spesso è ancora abbastanza elevata, e in Italia è pari al 69%, subito dopo la Cina nella quale raggiunge l’83%, e prima di Spagna (al 55%) e Germania (al 51%). Dei quattro operatori di telefonia mobile, dove abbiamo un record mondiale di diffusione, tre sono saldamente in mano ad aziende che hanno la testa all’estero. L’UMTS ha fruttato molto allo Stato nell’asta per le concessioni, talmente tanto che i concessionari non hanno poi investito per realizzare il servizio. Inoltre i dati Ocse al 2007 evidenziano come nella diffusione dell’ADSL l’Italia sia in ritardo rispetto agli altri Paesi e va diffondendosi soprattutto in ambito urbano.

Non è sufficiente, dunque, essere un popolo di inventori se non si completa il “network dell’innovazione” composto anche da chi fa trasferimento tecnologico (i transformers), da chi finanza l’innovazione (i financiers) e da chi fa da facilitatore ed elemento di connessione tra questi attori (i brokers).

Anche nei media vige un sistema “duale” che oggi appare un po’ inceppato. Da un lato un sistema di emittenti locali e nazionali e di testate giornalistiche variamente ramificate sul territorio che assomma circa 2.700 soggetti, sempre quasi sotto la linea della visibilità. Dall’altro grandi soggetti, oligopolistici, ben visibili e dominanti sulla scena nazionale.

Il teso del rapporto è scaricabile dal sito del Censis previa registrazione gratuita.


 

Amministrazioni a codice aperto

L’incontro – promosso da Censis, RUR e Atenea – è stato l’occasione per fare il punto sulla diffusione dei software Open Source nelle pubbliche amministrazioni, e sulle conseguenze che la crescita delle comunità Open Source sul territorio sta comportando in termini di sviluppo locale. Soso stati presentati in anteprima i dati dell’indagine dell’Osservatorio OCID (Osservatorio Città Digitali) di RUR e Censis sulla penetrazione delle soluzioni Open Source tra gli Enti locali e, contestualmente, verrà offerta un’analisi di scenario sulle peculiarità della “via italiana” all’Open Source. L’incontro è stata anche l’occasione per confrontarsi direttamente con una delle esperienze locali più rilevanti in questo campo, quella pisana, presentata dall’assessore provinciale Angelo Buongiovanni.

Questa la mia presentazione: